Archivio | 26 marzo 2013

La pazienza

fiori di prugna copia
La pazienza è una disposizione dell’anima, che ci fa essere tolleranti verso noi stessi e verso gli altri.
Verso noi stessi, perchè se siamo pazienti difficilmente prendiamo decisioni affrettate, relative agli avvenimenti che ci riguardano o che riguardano i nostri cari.
Verso gli altri, perchè la pazienza ci ci rende disponibili al dialogo, e se dialoghiamo riusciamo, sempre, a trovare un punto d’incontro, e non di scontro, con il nostro prossimo.
Ma la pazienza, che ci dispone alla tolleranza e alla sopportazione è scomparsa dalla vita quotidiana della nostra Società.
Già quando viene concepito un bambino non si attendono più, pazientemente, nove mesi per conoscere il suo sesso; appena inizia a parlare vogliamo che apprenda le lingue straniere, mentre ancora non conosce la propria; quando diventa adolescente, dalle mode correnti, viene subito trasformato nella “caricatura” di un adulto, al quale viene concesso tutto, subito, perchè diversamente si…spazientirebbe!
Così, a tutti noi, il tempo scivola via dalle mani, come i grani di sabbia sottili dentro ad una clessidra.
Se solo potessimo ritornare ad essere capaci di “aspettare” potremmo vedere, ancora compiersi il miracolo della vita persino nella pianta che germoglia dentro il vaso sul nostro balcone!
Pensiamoci e…fermiamoci!
L’alba e il tramonto di oggi non si ripeteranno più!
E’ insensato sprecare anche un solo attimo di questa esistenza che ci è “donata” e che tra le “pieghe dei dolori quotidiani” ha sempre in serbo delle “piccole e quasi invisibili gioie”…se solo avessimo la PAZIENZA di cercare tra…”le pieghe!”

David M Turoldo – Pasqua

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No, credere a Pasqua non è giusta fede:
troppo bello sei a Pasqua!
Fede vera è al venerdì santo
quando Tu non c’eri lassù!
Quando non una eco risponde
al suo alto grido
e a stento il Nulla dà forma
alla tua assenza.

Commento:

E’ abbastanza facile credere alla Risurrezione, quando il problema è risolto. La vera fede è quella di quando c’è la morte e il Cielo è muto, incapace di consolare persino Gesù Cristo  che in quel momento, tra le 12 e le 15 del Venerdì Santo ha avuto la tentazione di pensare che Nulla esistesse, ma non ha ceduto e ha saputo proiettarsi al…dopo e ha vinto la Morte