L’orologio è il mio tomento. A volte mi fermo, lo guardo, lo fisso, dimentico tutto, come se gli impegni ed il tempo e i pensieri e le gioie si fermassero. Come se non esistesse più nulla. Ma l’orologio continua. Inesorabile, affamato, macina giornate, ore e attimi, brutalmente, senza guardare in faccia a nessuno. E’ come la lava, passa dovunque e tutto travolge.
Vorrei sentirmi estraneo a quel “tic-tac” dell’orologio. Vorrei vedere il tempo passare davanti a me come un ruscello, come un fiume. Io sull’argine tranquillo e il tempo che scende come l’acqua verso la foce. Io all’asciutto e l’acqua torbida o chiara che viaggia. Invece sono come quei bastoncini, quelle bottiglie che galleggiano, è vero, ma viaggiano nel fiume.L’orologio che ho al braccio ad ogni frazione d’istante cammina e non si può fermare. […] ” Fermati gli grido!”gli grido, ma non mi sente. Come vento gelido, il tempo mi sfiora e passa, ed il suo bacio, la sua carezza, piano piano mi cambia…Posso urlare, ma il tempo non ha orecchi. Posso minacciare, ma il tempo vede e sorride e non perde d’occhio la carica dell’orologio. […]
Il tempo per l’uomo è…lo stimolo che ricorda l’immortalità.
La comprensione più profonda dello scorrere del tempo è quasi la percezione di una continua privazione. Il tempo sottrae gli attimi migliori della vita, i volti amati, le sicurezze su cui ci si costruisce. Constatare la presenza di una realtà significa già considerare la sua prossima assenza e, nel gioirne, si percepisce già la tristezza della perdita.