Amare è volere l’altro libero, e non sedurlo,
e liberarlo dai suoi lacci se ne rimane prigioniero,
perché anche lui possa dire: ti amo,
senza esservi spinto dai suoi desideri non domati.
Amare è entrare in casa dell’altro,
se egli ti apre le porte del suo giardino segreto,
ben oltre quei giri di ronda,
coi fiori e frutti colto nei prati,
là dove meravigliandoti potrai mormorare:
sei “tu” mio amato e sei il mio unico.
Amare è con tutte le forze volere il bene dell’altro,
anche prima del tuo,
e fare di tutto perché l’amato cresca,
e poi sbocci e fiorisca,
diventando ogni giorno l’uomo che deve essere,
e non quello che tu vuoi modellare
sull’immagine dei tuoi sogni.
Amare è dare il tuo corpo, e non prendere il suo,
ma accogliere il suo quando si offre per essere condiviso,
ed è raccoglierti, arricchirti,
per offrire all’amato più che mille carezze e folli abbracci,
la tua vita intera raccolta nelle braccia del tuo “io”.
Amare,
infine, è tutto questo e molte altre cose ancora,
poiché è aprirti all’amore infinito,
è lasciarti amare, e, trasparente a questo amore che viene,
senza mai mancare a se stesso.
E’, oh sublime avventura, permettere a Dio d’amare,
colui che tu, liberamente, decidi d’amare.