Archivio | gennaio 2015

Vivere amare capirsi -Leo Buscaglia

margherita

“A ridere c’è il rischio di apparire sciocchi.”
Bene, e con questo?
Gli sciocchi si divertono un mondo.
“A piangere c’è il rischio di essere chiamati sentimentali:”
Naturalmente io sono sentimentale. Mi piace!
Le lacrime possono essere di aiuto.
“A stabilire il contatto con un altro c’è il rischio di farsi coinvolgere:”
Chi rischia di farsi coinvolgere?
Io voglio essere coinvolto.
“A mostrare i vostri sentimenti c’è il rischio di mostrare il vostro vero io.”
Che altro ho da mostrare?
“A esporre le vostre idee e i vostri sogni davanti alla folla c’è il rischio di essere chiamati ingenui.”
Oh, mi hanno chiamato con epiteti ben peggiori.
“Ad amare c’è il rischio di non essere corrisposti.”
Io non amo per essere corrisposto.
“A vivere c’è il rischio di morire:”
Sono pronto.
“A tentare c’è il rischio del fallimento.”
Ma bisogna correre i rischi, perchè il rischio più grande nella vita è non rischiare nulla.
La persona che non rischia nulla non fa nulla, non ha nulla, non è nulla e non diviene nulla.
Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare e sentire e cambiare e progredire e amare e vivere.
Incatenata dalle sue certezze, è schiava.
Ha rinunciato alla libertà.
Solo la persona che rischia è veramente libera.
Provate e vedrete che cosa succede.

La vitra una strada di imprevisti – Mirella Narducci

rosaLa vita una strada di imprevisti.
Sono qui con le mani in grembo
posizione la mia non di sconforto
ma di riflessione.
Mi domando quello che si chiedono
tutti: Cosa mi ha insegnato la vita?
Il pensiero corre subito alla nostalgia
trasformata in una lunga striscia
di uno spartitraffico.
Basta seguirlo per arrivare a quel giorno
dove tutto è iniziato.
Non avrei dovuto percorrere quella strada
a senso unico, potevo disegnare nuove
geografie e la mia vita sarebbe stata diversa!
Ho percorso salite sfibranti, trovato incroci
che mi hanno obbligato a scelte importanti.
Ho imboccato vie senza uscita, che mi hanno
forgiato il carattere.
Ora sono ferma in uno stato di stallo, non so
cosa fare, mi sento come l’onda spumosa
che rincorre se stessa e non viene mai a capo di niente..
Il buono di questa sosta è che non mi sono
persa, cosciente di ogni decisione, con pochi
rimpianti riesco ancora a seguire il cuore
lui è la mia bussola, che mi fa sentire viva.
Mirella Narducci

Valentina Lacroce: Le quattro leggi della spiritualità

lumaca su funghi

In India insegnano “le quattro leggi della spiritualità”.

La prima dice: “la persona che arriva è la persona giusta”, cioè nessuno entra nella nostra vita per caso, tutte le persone intorno a noi, tutte quelle che interagiscono con noi, ci sono lì per un motivo, per farci imparare e progredire in ogni situazione.

La seconda legge dice: “Quello che succede è l’unica cosa che sarebbe potuta accadere.” Niente, ma niente, assolutamente nulla di ciò che accade nella nostra vita avrebbe potuto essere altrimenti. Anche il più piccolo dettaglio. Non c’è un “se avessi fatto quello sarebbe accaduto quell’altro…” No. Quello che è successo era l’unica cosa che sarebbe potuta succedere, ed è stato così perchè noi imparassimo la lezione e andassimo avanti. Ognuna delle situazioni che accadono nella nostra vita sono l’ideale, anche se la nostra mente e il nostro ego siano riluttanti e non disposti ad accettarlo.

La terza dice: “Il momento in cui avviene è il momento giusto: “Tutto inizia al momento giusto, non prima non dopo. Quando siamo pronti ad iniziare un qualcosa di nuovo nella nostra vita, è allora che avverrà.

La quarta ed ultima: “Quando qualcosa finisce, finisce. ” Proprio così. Se qualcosa è conclusa nella nostra vita è per la nostra evoluzione, quindi è meglio lasciarlo, andare avanti e continuare ormai arricchiti dall’esperienza.

Penso che non sia un caso che stai leggendo questo, se questo testo è entrato nelle nostre vite oggi è perchè siamo pronti a capire che nessun fiocco di neve cade mai nel posto sbagliato:”