Se non ti troverò
prima dell’alba
non darò pace
alla mia anima!
Non posso solo
continuare a sognarti…
ho bisogno di incrociare
il tuo sguardo
e affogare
nel tuo sorriso!
Se non ti troverò
prima dell’alba
sarà ramingo
il mio cuore
e ancora
ad ogni tramonto
andrà cercando
ciò che nel sogno
è inafferrabile:
il tuo passo e
la tua voce sommessa
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Presi le briglie – Juan Ramon Jimenez
Perché mi hanno portato il tuo sogno – Esther de Càceres
Perché mi hanno portato il tuo sogno
ho amato i cieli della sera
e gli alberi solitari.
E ho amato i mari dell’alba
e le barche abbandonate,
perchè in esse ritrovavo il tuo ricordo!
Ora senza i cieli della sera
o i mari dell’alba
ti posseggo!
Libera da immagini
ti posseggo!
Perchè adesso ti amo
in questa mia solitudine senza ricordi.
Esther de Càceres
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La poetessa uruguaiana canta un amore che diventa assenza e quindi dolore, e che si sublima in atmosfere e oggetti che ricordano l’amato, il quale diventa egli stesso ricordo per poi trasformarsi, non senza sofferenza, in amore per la solitudine.
Alba d’estate – Lhi Pen
Cosa sai? (io)
Cosa sai,
degli attimi passati
ad aspettare
che il suono
della tua voce
ancora
mi raggiunga?
E che possono dirti,
le ore
delle mie notti,
trascorse
a cercare nel buio
il tuo ricordo?
No, tu non sai
quanto male fa
il chiarore dell’alba,
che giunge senza te,
ed illumina
una casa,
più vuota di un guscio
vuoto
di lumaca…
La casa che conserva
tutt’oggi,
il tuo passaggio,
e che,
seppure illuminata,
geme
nel chiarore dell’alba….
La pazienza
La pazienza è una disposizione dell’anima, che ci fa essere tolleranti verso noi stessi e verso gli altri.
Verso noi stessi, perchè se siamo pazienti difficilmente prendiamo decisioni affrettate, relative agli avvenimenti che ci riguardano o che riguardano i nostri cari.
Verso gli altri, perchè la pazienza ci ci rende disponibili al dialogo, e se dialoghiamo riusciamo, sempre, a trovare un punto d’incontro, e non di scontro, con il nostro prossimo.
Ma la pazienza, che ci dispone alla tolleranza e alla sopportazione è scomparsa dalla vita quotidiana della nostra Società.
Già quando viene concepito un bambino non si attendono più, pazientemente, nove mesi per conoscere il suo sesso; appena inizia a parlare vogliamo che apprenda le lingue straniere, mentre ancora non conosce la propria; quando diventa adolescente, dalle mode correnti, viene subito trasformato nella “caricatura” di un adulto, al quale viene concesso tutto, subito, perchè diversamente si…spazientirebbe!
Così, a tutti noi, il tempo scivola via dalle mani, come i grani di sabbia sottili dentro ad una clessidra.
Se solo potessimo ritornare ad essere capaci di “aspettare” potremmo vedere, ancora compiersi il miracolo della vita persino nella pianta che germoglia dentro il vaso sul nostro balcone!
Pensiamoci e…fermiamoci!
L’alba e il tramonto di oggi non si ripeteranno più!
E’ insensato sprecare anche un solo attimo di questa esistenza che ci è “donata” e che tra le “pieghe dei dolori quotidiani” ha sempre in serbo delle “piccole e quasi invisibili gioie”…se solo avessimo la PAZIENZA di cercare tra…”le pieghe!”
Poesia David Maria Turoldo
Non so quando spunterà l’alba
non so quando potrò
camminare per le vie del tuo Paradiso
non so quando i sensi finiranno
di gemere
e il cuore sopporterà la luce.
E la mente (oh, la mente!)
già ubriaca, sarà
finalmente calma
e lucida:
e potrò vederti in volto
senza arrossire.
David Maria Turoldo
(Canti ultimi)