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Il Credo di Papa Francesco

Il Credo di Papa Francesco, prima di essere ordinato sacerdote nel 1969

«Credo  nel mio dolore, infecondo per l’egoismo, nel quale mi rifugio.  Credo nella meschinità della mia anima, che cerca di inghiottire senza dare senza dare. Credo che gli altri siano buoni, e che devo amarli senza timore, e senza tradirli mai per cercare una sicurezza per me.  Credo nella vita religiosa.  Credo di voler amare molto. Credo nella morte quotidiana, bruciante, che fuggo, ma che mi sorride invitandomi ad accettarla. Credo nella pazienza di Dio, accogliente, buona come una notte d’estate.  Credo che papà sia in cielo insieme al Signore.  Credo in Maria, mia madre, che mi ama e mai mi lascerà solo. E aspetto la sorpresa di ogni giorno nel quale si manifesterà l’amore, la forza, il tradimento e il peccato, che mi accompagneranno fino all’incontro definitivo con quel volto meraviglioso che non so come sia, che fuggo continuamente, ma che voglio conoscere e amare. Amen».

 

Non ho pazienza – Meryl Streep

foglieNon ho pazienza per alcune cose, non perchè sia diventata arrogante, semplicemente perchè sono arrivata a un punto della mia vita, in cui non mi piace più perdere tempo con ciò che mi dispiace o mi ferisce. Non ho pazienza per il cinismo, critiche eccessive e richieste di qualsiasi natura. Ho perso la voglia di compiacere chi non mi aggrada, di amare chi non mi ama, di sorridere a chi non mi sorride. Non dedico più un minuto a chi mente o vuole manipolare. Ho deciso di non convivere più con la presunzione, l’ipocrisia, la disonestà e le lodi a buon mercato. Non tollero l’erudizione selettiva e l’arroganza accademica. Non mi adeguo più al provincialismo e ai pettegolezzi. Non sopporto conflitti e confronti. Credo in un mondo di opposti, per questo evito le persone rigide e inflessibili. Nell’amicizia non mi piace la mancanza di lealtà e il tradimento. Non mi accompagno con chi non sappia elogiare o incoraggiare.
I sensazionalismi mi annoiano e ho difficoltà ad accettare coloro a cui non piacciono gli animali. Soprattutto, non ho nessuna pazienza per chi non merita la mia pazienza.

L’ospedale di Dio – Anonimo

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Sono andato all’ospedale del Signore per un controllo di routine, e ho constatato di essere malato.
Quando Gesù mi ha misurato la pressione, ha visto che era bassa di tenerezza.
Prendendomi la temperatura, il termometro ha segnato 40 gradi di egoismo.
Ha fatto un elettrocardiogramma, e la diagnosi è stata che avevo bisogno di vari bypass d’amore, perchè le mie vene erano bloccate e non rifornivano il mio cuore vuoto.
Sono passato per l’ortopedia perchè non riuscivo a camminare a fianco a mio fratello e non potevo neanche abbracciarlo: mi ero fratturato imbattendomi nella mia vanità.
Mi hanno trovato anche la miopia perchè non riuscivo a vedere oltre le apparenze.
Quando mi sono accorto di avere problemi di sordità, Gesù mi ha diagnosticato che ascoltavo solo parole vuote ogni giorno.
Grazie, Signore, perchè le tue consultazioni sono state gratuite.
Ti prometto che ogni mattina mi prenderò un bicchiere di gratitudine; arrivato al lavoro, prenderò un grosso cucchiaio di “buongiorno”, ed ogni ora assumerò una compressa di pazienza e un bicchiere di umiltà.

Lettera al … Piccolo Principe

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Caro Piccolo Principe,
da quando ho fatto la tua conoscenza in quel deserto arido e desolato non ho più potuto dimenticarti; non ho dimenticato le tue domande, nè la tua mancanza di pazienza nell’aspettare le mie risposte, ma ancor di più non ho dimenticato la tua lezione sull’amicizia, quella nei confronti della rosa e quella nei confronti della volpe, che è stata una grande maestra per te, ma anche per me.
Anch’io, come te, ho amato e continuo ad amare una rosa, e da lei mi sono lasciata tiranneggiare, ciò è successo a causa delle sue “quattro inutili spine”. L’ho amata perchè l’ho vista prima sbocciare alla vita, pavoneggiandosi, e poi l’ho vista sfiorire, perdere i suoi petali, i suoi colori, il suo profumo! E pensare che per evitarle qualsiasi tipo di sofferenza anch’io, come te, l’avevo protetta con una campana di vetro, ma non avevo fatto il suo bene, perchè le impedivo di essere se stessa, di fare amicizia con le farfalle, di sopportare i bruchi, di sentire il lieve fluttuare del vento. Non è amore quello che ti fa rinchiudere l’oggetto amato in uno spazio protetto, fosse anche il più prezioso. L’amore vero è quello che ti fa osservare “la rosa” da lontano lasciandole la libertà di fiorire, profumare, risplendere per tutti i viandanti che hanno la fortuna di imbattersi in essa. C’è voluto molto tempo per capire quanto ti sto dicendo, ma ce l’ho fatta. Non posso negare che ho avuto l’aiuto della volpe. Ella mi ha insegnato l’arte della pazienza, il tempo dei riti, la gioia di saper riconoscere “un passo tra gli altri passi”, “una risata tra le altre risate”!
Ora la mia rosa è turgida, ricoperta di piccole gocce di rugiada, forse anche con qualche simpatica coccinella tra i suoi petali ed io, la sera, quando sulla mia ampia terrazza che domina il mare guardo il tramonto la penso e la spero oltre che felice, anche capace di non lasciarsi appassire, ma di voler restare la “rosa” che ho conosciuto io: un po’ tiranneggiante, ma molto molto affascinante, sempre ricca del suo forte profumo e di quelle poche inutili spine.
Tu mi manchi e forse non ti incontrerò più, perchè il panorama dove sei scomparso è rimasto lo stesso di quel triste giorno, quando ho dovuto abbandonare il mondo della fantasia per entrare in una realtà arida e senza poesia. Ti confesso che non ho però rinunciato del tutto ai miei sogni e mi basta chiudere gli occhi per rivedere la rosa, la volpe e Te, caro piccolo indimenticabile amico.
Un’anima sognante

Lettera di Abram Lincoln all’insegnante di suo figlio

Lincoln

“Dovrà imparare, lo so, che non tutti gli uomini sono giusti,
che non tutti gli uomini sono sinceri.
Però gli insegni anche che per ogni delinquente, c’è un eroe;
che per ogni politico egoista c’è un leader scrupoloso….
Gli insegni che per ogni nemico c’è un amico,
cerchi di tenerlo lontano dall’invidia, se ci riesce,
e gli insegni il segreto di una risata discreta.
Gli faccia imparare subito che i bulli sono i primi ad essere sconfitti….
Se può, gli trasmetta la meraviglia dei libri….
Ma gli lasci anche il tempo tranquillo per ponderare l’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.
Gli insegni che a scuola è molto più onorevole sbagliare piuttosto che imbrogliare…
Gli insegni ad avere fiducia nelle proprie idee, anche se tutti gli dicono che sta sbagliando…
Gli insegni ad essere gentile con le persone gentili e rude con i rudi.
Cerchi di dare a mio figlio la forza per non seguire la massa, anche se tutti saltano sul carro del vincitore…
Gli insegni a dare ascolto a tutti gli uomini,
ma gli insegni anche a filtrare ciò che ascolta col setaccio della verità, trattenendo solo il buono che vi passa attraverso.
Gli insegni, se può, come ridere quando è triste.
Gli insegni che non c’è vergogna nelle lacrime.
Gli insegni a schernire i cinici ed a guardarsi dall’eccessiva dolcezza.
Gli insegni a vendere la sua merce al miglior offerente, ma a non dare mai un prezzo al proprio cuore e alla propria anima.
Gli insegni a non dare ascolto alla gentaglia urlante e ad alzarsi e combattere, se è nel giusto.
Lo tratti con gentilezza, ma non lo coccoli, perché solo attraverso la prova del fuoco si fa un buon acciaio.
Lasci che abbia il coraggio di essere impaziente.
Lasci che abbia la pazienza per essere coraggioso.
Gli insegni sempre ad avere una sublime fiducia in sé stesso,
perché solo allora avrà una sublime fiducia nel genere umano.
So che la richiesta è grande, ma veda cosa può fare…
E’ un così caro ragazzo, mio figlio!
Abraham Lincoln”

Coltiva e custodisci – Don Luigi Verdi

bimba con cucciolo
Coltiva e custodisci
la tenerezza che sempre sa cogliere la fragilità di ciò che esiste
e svela la sorprendente freschezza della vita.
Coltiva e custodisci
il coraggio di fare col poco che hai,
estraendo con pazienza, anche dai tuoi fiori più amari,
cera e miele.
Coltiva e custodisci
lo Spirito, la quiete, la forza
e il cammino indicato dal balzo del cuore.
Coltiva e custodisci
l’amore dentro la casa, oltre la prigionia delle cose.
Sia immutabile e forte, vegliata e curata la tua sorgente profonda.
Coltiva e custodisci
la fiducia, quando il dolore ti rende indifeso
come un innamorato.
La tua vita resti una benedizione anche nei momenti
in cui non puoi benedire.

Pensieri del mattino – Omar Falworth

Man standing on the edge of Hong Kong's Lion Peak
Ogni mattina, appena ti alzi dal letto ricordati di rivolgere un pensiero alla vita e alla grande fortuna che hai di esistere affinchè esso ti accompagni durante la giornata ampliandoti le gioie e riducendoti i dispiaceri.
Ogni mattina, mentre ti vesti ricordati di rivolgere un pensiero al mondo e all’immensa bellezza di cui ti fa dono affinchè tu possa riempirti gli occhi del bello che c’è in ogni cosa che vedi.
Ogni mattina, mentre ti bagni il viso ricordati di rivolgere un pensiero all’amore affinchè colori d’arcobaleno la tua mente e ti spinga a donare il meglio di te agli altri.
Ogni mattina, mentre bevi il tuo caffè ricordati di rivolgere un pensiero alla morte affinchè ti faccia apprezzare ogni istante del giorno e ti sproni ad agire per favorire la vita.
Se sai vivere bene un solo giorno riuscirai a vivere bene tutta la vita.
Ricordati che oggi incontrerai uno stolto che metterà a dura prova la tua bontà e la tua pazienza, un maldicente che sparlerà di te, un furbo che cercherà di usarti, un presuntuoso che cercherà di avere ragione ad ogni costo, un prepotente che cercherà di sopraffarti , un iracondo che ti trasmetterà rabbia.
Ma tu non ti lascerai turbare più di tanto, perchè sarai in compagnia di un moderato che frenerà le tue reazioni , un buono che tramuterà in bene tutto il male che riceverai, un saggio che ti guiderà sulla retta via e ti farà prendere delle buone decisioni, ovvero sarai in compagnia di te stesso.

L’anima gemella – Brian Weiss

rose
A ciascuno di voi  è stata riservata una persona speciale. L’intelletto può intromettersi e dire: “Io non so chi tu sia. Ma il CUORE sa”.
Il riconoscimento dell’anima gemella può essere immediato. Si avverte un’improvvisa sensazione di famigliarità, di conoscere già questa persona appana incontrata, ben oltre i limiti cui arriva la mente consapevole. E di sapere già cosa dire, e come l’altro reagirà. Nasce dunque un senso di sicurezza, e una fiducia bene più grande di quella  che si potrebbe pensare di raggiungere in un giorno, una settimana, un mese. Il riconoscimento dell’anima può essere un processo sottile, lento; non tutti sono pronti ad accogliere la rivelazione, e può darsi che si renda necessari da parte di chi lo comprende per primo, una certa pazienza.
A farti capire che ti trovi di fronte a un tuo compagno d’anima può essere uno sguardo, un sogno, un ricordo, un sentimento. E tale risveglio può avvenire anche attraverso un tocco delle mani di lui, o il bacio delle labbra di lei, e la tua anima balza di nuovo alla vita. Il tocco che desta può essere quello del tuo bambino, di un tuo genitore, di un fratello, o quello di un amico vero.
Oppure può essere quello del tuo diletto, che arriva a te attraverso i secoli, per baciarti ancora una volta, e per ricordarti che siete sempre insieme, fino alla fine dei tempi.

Farsi pane – R.Prieto

pane
Può essere bello, ma non è certo facile farsi pane.
Significa che non puoi più vivere per te, ma per gli altri.
Significa che devi essere disponibile, a tempo pieno.
Significa che devi avere pazienza e mitezza, come il pane
che si lascia impastare, cuocere e spezzare.
Significa che devi essere umile, come il pane,
che non figura nella lista delle specialità;
ma è sempre lì per accompagnare.
Significa che devi coltivare la tenerezza e la bontà,
perchè così è il pane, tenero e buono.