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Preghiera – Ignacio Larrañaga

Croce

Signore,
una volta ancora sono davanti al tuo Mistero.
Sono costantemente avvolto
dalla tua Presenza
che tante volte diventa assenza.
Cerco la tua Presenza
nell’assenza della tua Presenza.

Fammi comprendere nel profondo che,
nonostante il caos delle cose che mi circonda,
nonostante le notti che attraverso,
nonostante la stanchezza dei miei giorni,
il mio futuro è nelle tue mani
e la terra che mi mostri
all’orizzonte del mio domani
sarà più bella e migliore.

Insegnami a cercarti, mostrami il tuo Volto.
Non ti potrò incontrare se Tu non ti fai presente.
Ti cercherò desiderandoti,
ti desidererò cercandoti.
Amandoti, ti incontrerò.
Incontrandoti, ti amerò.
Amen.

(Preghiera  tratta da un libretto di meditazioni
del frate cappuccino spagnolo Ignacio Larrañaga)

Riti di passaggio – Indiani d’America

Immagine
Il susseguirsi di molti inverni
segna i cicli della Ruota,
le linee sul mio vecchio volto
mostrano tutto ciò che sento,
la natura del mio passaggio rimane un mistero,
poichè all’interno del mio cuore si trova il mio destino,
quando non ero che un bimbo all’inizio del tempo,
mi stupivo delle meraviglie che incontravo.
Ora che sono anziano
ho imparato ancora una volta
che il peso di ciascun inverno porta,
come un amico una scoperta nuova.

L’oasi

sabbia deserto
Uomini, donne, bambini, siamo una umanità che avanza in un deserto con poche oasi e molte “tempeste di sabbia”; è nelle oasi che facciamo gli incontri più interessanti e che fissiamo nei nostri occhi i volti di alcune persone che durante il percorso della vita non dimenticheremo mai, ma è alle tempeste di sabbia che dobbiamo la loro perdita, perchè tutto diventa confuso e nebuloso e improvvisamente ci ritroviamo soli, o accanto a persone che non ci interessano e con le quali dobbiamo camminare lo stesso, perchè magari sono più illuminati di noi, e riescono a non perdere la strada per giungere alla successiva oasi.
Il segreto sta, comunque, nel continuare ad andare, senza pause, senza cedimenti, senza perplessità, solo così possiamo  arrivare nell’oasi successiva e incontrare nuovamente la persona che ci aveva così profondamente colpito nella tappa precedente. Molti si fermano spossati e si adagiano sulla sabbia, senza più voglia di muoversi, altri vagano sperduti nella tempesta di sabbia girando continuamente su se stessi, ma quelli che non si arrendono… quelli, continuano a camminare, non si fermano mai, tengono lo sguardo fisso davanti a sé, perché hanno nel cuore un fuoco che non si spegne e quel fuoco li tiene accesi, vivi, seppure prostrati, assetati, sfiniti.
E’ quel fuoco, acceso da quel volto iniziale, che li condurrà appagati all’ultima meta: l’oasi finale, dove il deserto rimarrà solo uno sbiadito ricordo!

L’amore che perdona

cuore tra mani
L’Amore che perdona è un fanciullo “scalzo”, che nella fredda notte vaga per le strade buie, deserte,minacciose!
Egli è inerme e si offre, in tutta la sua debolezza, a chi gli ha mostrato il volto più oscuro della “Vita”, facendogli del male. Con le sue mani tese, cerca di riafferrare quelle mani che l’avevano abbracciato, accarezzato e cullato, e che sono divenute, improvvisamente, “ostili artigli”: desiderosi di strappargli il cuore!
Ma il “fanciullino”, seppur graffiato, spaventato, deluso, non vuole rinunciare al suo ruolo “amante”, e lacero e contuso chiama, con voce forte, il suo “oppositore” e “inaspettato nemico”, mai stancandosi di gridargli: “Io ti perdono…io ti perdono…” Egli solo sa che le sue ferite non possono guarire, nè rimarginarsi, finchè non vengono curate dalla mano che le ha inferte.
L’Amore che perdona mai si stanca di gridare per “monti e valli” e ad ogni cuore amareggiato bussa, finchè non apra…e sfonda porte, abbatte muri!
 Egli vuole solo riportare, nell’anima di chi lo fugge, la pace di un Amore ritrovato, perdonato, redento!
Se troverà le braccia, di chi lo ha reso “scalzo”, di nuovo aperte, l’Amore che perdona si lascerà avvolgere da esse e tornerà a fidarsi, a donarsi, a credere… ed ogni “ferita”, anche la più “purulenta” guarirà!