Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora.
(Haruki Murakami)
Si possono vedere le stelle nel fondo di un pozzo anche quando non le si può ammirare dalla cima di una montagna.
(Og Mandino)
Vivere la vita
con le gioie e coi dolori di ogni giorno,
Vivere la vita
e inabissarti nell’amore è il tuo destino,
è quello che Dio vuole da te.
Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui,
correre con i fratelli tuoi…
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
Vivere la vita
è l’avventura più
stupenda dell’amore,
Vivere perché ritorni
al mondo l’unità,
perché Dio sta nei fratelli tuoi…
Scoprirai allora
il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai……
è quello che Dio vuole da te.
(canto liturgico)
Datemi un raggio di sole chiaro
per poi portarlo dove c’è il buio.
Datemi un soffio di cielo azzurro
per poi donarlo a chi non lo vede …
Ed un sorriso da far volare
sopra il visetto di ogni bambino.
Datemi un cuore sempre più grande
perché io possa donare amore.
Datemi tutto ciò che volete
io sono qui con le braccia aperte
e con la gioia dentro il mio cuore
trasformerei ogni cosa in amore.
Niente è più bello di stare insieme
e con dolcezza volersi bene
e il nostro canto vola lontano
per dare a tutti serenità.
Datemi un pianto da consolare
ed una lacrima da asciugare.
Datemi un sogno da realizzare
per poi donarlo a chi l’ha perduto.
E se un bambino non ha un sorriso
io sono qui per dargli coraggio.
Datemi pure un viso un po’ stanco
per trasformarlo in felicità.
Datemi tutto ciò che volete …
(Pino Tombolato)
La vita a volte è come una pesca:
ci sono giorni in cui le reti sono piene di pesci,
piene di gioia, di vitalità, di fortuna…
e giorni in cui le reti sono vuote,
in cui è grande il senso dell’inutilità e del fallimento…
Proprio in quei momenti in cui le mie reti sono vuote,
quando in casa si diventa come estranei,
quando un figlio ti delude,
quando la tua migliore amica ti tradisce,
quando il tuo datore di lavoro ti dice che sei diventato di troppo,
quando la tua salute ti abbandona,
quando l’ingiustizia e la prepotenza sembrano essere più forti dell’amore,
proprio in quei momenti,
tu, Signore,
non smetti di avere fiducia in me
e mi dici che potrò ancora tirare fuori qualcosa di buono
da queste mie reti vuote e sfilacciate…
Tu, o Signore,
mi inviti a riprendere il largo
verso l’orizzonte più ampio e sconfinato,
sfidando il rischio e la paura di perdere ancora,
provando a fidarmi del mio cuore,
improvvisando i miei gesti e le mie azioni,
lasciandomi attraversare da quel brivido
antico e sempre nuovo
che si chiama amore.
(Don Angelo Saporiti)
Cerca di penetrare il senso della povertà di Cristo, se vuoi essere ricco.
Cerca di penetrare il senso della sua debolezza, se vuoi ottenere la salute.
Cerca di penetrare il senso della sua croce, se non vuoi provare confusione;
il senso della sua ferita, se vuoi sanare le tue;
il senso della sua morte, se vuoi guadagnare la vita eterna;
il senso della sua sepoltura, se vuoi trovare la risurrezione.
(Sant'Ambrogio)
Mio Dio, prendimi per mano,
ti seguirò,
non farò troppa resistenza.
Non mi sottrarrò a nessuna delle cose
che mi verranno addosso in questa vita,
cercherò di accettare tutto
e nel modo migliore.
Ma concedimi di tanto in tanto
un breve momento di pace.
Non penserò più nella mia ingenuità,
che un simile momento
debba durare in eterno,
saprò anche accettare
l’irrequietezza e la lotta.
Il calore e la sicurezza mi piacciono,
ma non mi ribellerò se mi toccherà
stare al freddo purchè
tu mi tenga per mano.
Andrò dappertutto allora,
e cercherò di non aver paura.
E dovunque mi troverò,
io cercherò
d’irraggiare un po’ di quell’amore,
di quel vero amore per gli uomini
che mi porto dentro.
(Hetty Hillesum)
L’aria purifica e rischiara, il vento scopre gli orizzonti e sembra che lucidi la luna e le stelle. La fede è come l’aria, l’amore è come il vento. La fede dà ossigeno alla nostra vita: chi non ha fede si trova davanti ad un muro e soffre di claustrofobia; non ha visuali, non vede oltre il suo naso e gli sembra di soffocare. L’amore vero, quello che nasce dal bisogno dell’infinito, è come il vento: spazza ogni inquinamento che sale dalla materia e lucida i panorami celesti.
L’uomo che ha fede non ha paura di nulla, è sereno e conosce i suoi destini, anche se superano la spiaggia dell’orizzonte terreno. L’uomo che sa amare e che ha capito che cos’è l’amore sente già il legame di questo vincolo, rovente ed estasiante. Non c’è tristezza, non c’è solitudine per chi ha almeno cominciato a conoscere l’amore. Chi ama conosce la vera libertà: “Ama e fa’ quello che vuoi!".
(Gabriele Adani)
Un viaggiatore disse a uno dei discepoli del grande maestro: “Sono venuto da molto lontano per ascoltare il maestro, ma non trovo niente di straordinario nelle sue parole”. Il discepolo rispose: “Non ascoltare le sue parole. Ascolta il suo messaggio”. E quello replicò: “Come si fa?”. Rspose il discepolo:” Afferra una frase che lui dice. Scuotila bene finchè tutte le parole cadano. Ciò che rimarrà infiammerà il tuo cuore”.
(Apologo orientale)
Un nuovo giorno per una nuova fede: più forte, più certa, più coraggiosa; la fede di Abramo che ha dato tutto a Dio e spera e aspetta che Dio si ricordi di lui e quando lo fa non può però rilassarsi nemmeno un attimo, perché quel dono che gli ha fatto, il figlio Isacco, lo rivuole indietro nel modo più atroce. Certo nel momento supremo del sacrificio gli si mostra e gli afferra la mano perché non faccia del male a suo figlio, perché era solo una prova! Dio prova il nostro amore, come un amante prova l’amore dell’amata, se riusciamo a darglielo tutto, senza tentennamenti, dubbi o quant’altro, Dio si mostra a noi in tutta la sua potenza, ma come è difficile fare ciò per il nostro cuore di carne, per i nostri occhi umani che vogliono vedere bene la strada che devono intraprendere, e difficilmente accettano di avanzare nel buio più totale e più assoluto. Quel buio ci viene dato per provare il nostro amore, la nostra fiducia e soprattutto la nostra speranza. Dio vuole che speriamo in Lui, solo in Lui, non nelle nostre abilità o capacità. Vuole che se anche stiamo camminando sul ciglio di un burrone crediamo che non cadremo, perché Lui sicuramente ci sta sostenendo e mantenendo in equilibrio. Questa fede così pura, così adamantina è una conquista dovuta ad un esercizio quotidiano di fiducia e di abbandono nelle sue “materne e paterne mani”.
(testo libero)
L’autentico «eroe»
è l’uomo qualunque che ha pazienza,
è l’umile che accetta
il mistero della vita,
il mistero della fede,
il mistero dell’eternità.
Eroe è l’operaio flagellato dalla vita;
è la madre ricca di paura
per l’avvenire e di lacrime;
è il prete solitario e amato solo da Dio,
dimenticato da tutti,
tormentato dalla sua solitudine
e assetato di bellezza;
è il giovane che si apre alla vita
e la trova amara e malinconica…
Eroe è colui che crede fino allo spasimo
all’amore di Dio,
al progetto infallibile della provvidenza,
al mistero dell’infinito e dell’onnipotente;
eroe è colui che ogni giorno
accetta con pazienza e con sorriso la vita
e aspetta l’incontro con Cristo.
(Nicolino Sarale)
E’ come se uno vedesse da lontano la patria, e ci fosse di mezzo il mare: egli vede dove arrivare, ma non ha come arrivarvi. Così è di noi che vogliamo giungere a quella stabilità dove ciò che è è, perchè esso solo è sempre così com’è. E anche se già scorgiamo la meta da raggiungere, tutta via c’è di mezzo il mare di questo secolo. Ed è già qualcosa conoscere la meta perchè molti neppure riescono a vedere dove debbono andare.
Ora, affinchè avessimo anche il mezzo per andare, è venuto colui al quale noi si voleva andare. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo.
Anche se uno ha gli occhi malati, può attaccarsi al legno della croce. E chi non riesce a vedere da lontano la meta del suo cammino, non abbandoni la croce, e la croce lo porterà. (Sant'Agostino)
I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia.
Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami.
L’erba era sparita dai prati.
La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate.
Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un’ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.
All’ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza.
Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede.
Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari.
Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila.
Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso!
(Bruno Ferrero)
Riflessione:
la bambina del racconto è colei che, fra tutti, ha una fede vera , pura e semplice, perchè va nella piazza portando il suo ombrello rosso!
Ella è certa che la pioggia verrà, e si siede fiduciosa in prima fila per non perdere il momento nel quale inizieranno a cadere le prime gocce!!!
Dove finiscono le nostre capacità
inizia la nostra fede.
Una forte fede vede l’invisibile,
crede l’incredibile
e riceve l’impossibile.
Considerazione personale:
Le capacità dell‘uomo sono molto limitate, nonostante l’aiuto della tecnologia e della modernità egli ha ancora bisogno della FEDE!
Se essa lo assiste, ed è forte, può davvero aiutarlo a superare ” lo spazio temporale” e può dimostrargli che la sua quotidianità è già in se stessa… un miracolo!
La FEDE poi sarà in grado di dargli, proprio perché forte, l’aiuto di cui ha bisogno, in modo inaspettato e quindi…incredibile!!!
Riconosco francamente le mie colpe e cammino sotto lo sguardo di Dio perchè la sua presenza è per me come i raggi del sole….Le mie austerità, le mie preghiere, non hanno alcun valore se conto soltanto su di esse, ma sono inestimabili se rappresentano il mio desiderio ardente di appoggiare il capo sulle ginocchia del Creatore…Dio che è amore, spiritualità e morale, assenza di paura, sorgente di luce e di vita. Egli conosce il fondo dei nostri cuori. L’uomo può respingere la parola di Dio; ma non può impedire che Dio esista.
Ogni filo d’erba ha un suo posto sulla terra
da cui attinge vita e forza;
nello stesso modo l’uomo ha le radici nella terra
da cui attinge la propria fede insieme
con la propria vita.
(Joseph Conrad)
Dentro di me c’è una sorgente molto profonda.
E in quella sorgente c’è Dio.
A volte riesco a raggiungerla,
più sovente è coperta di pietre e di sabbia:
in quel momento Dio è sepolto,
bisogna allora dissotterrarlo di nuovo.
Dio non morirà il giorno in cui non crederemo più in una divinità personale, ma saremo noi a morire il giorno in cui la nostra vita non sarà più pervasa dallo splendore del miracolo sempre rinnovato, le cui fonti sono oltre ogni ragione.
(Dag Hammarrskiold)
Non mi muove Signore ad amarti
il cielo che tu mi serbi promesso,
nè mi muove l’inferno tanto temuto,
perchè io cessi con ciò di amarti.
Mi muovi , tu, mio Dio; mi muove il vederti
inchiodato su quella croce e scarnificato;
mi muove vedere il tuo corpo tanto ferito
mi muovono i tuoi affronti e la tua morte.
Mi muove infine il tuo amore in tal maniera
che se non ci fosse cielo, io ti amerei,
e se non ci fosse inferno, ti temerei.
Non hai da darmi nulla perché ti ami,
perchè se quanto aspetto, io non lo aspettassi,
nella stessa maniera che ti amo, io ti amerei.
(Anonimo spagnolo sec. XVII)
La carità procede da tre sorgenti:
da un cuore puro,
da una coscienza buona e
da una fede sincera.
Il cuore puro ci porta al prossimo,
la buona coscienza a noi stessi,
la fede a Dio.
(San Bernardo Chiaravalle)
La parola di Dio è come l’acqua. Come l’acqua, essa discende dal cielo. Come l’acqua rinfresca l’anima. Come l’acqua non si conserva in vasi d’oro o d’argento ma nella povertà dei recipienti di terracotta, così la parola divina si conserva solo in chi rende se stesso umile come un vaso di terracotta.
L’uomo si eleva verso Dio per mezzo delle domande che gli pone. Ecco il vero dialogo: l’uomo interroga e Dio risponde. Ma le sue risposte non si comprendono, non si possono comprendere perché vengono dal fondo dell’anima e vi rimangono fino alla morte. Le vere risposte, Eliezer, tu non le troverai che in te. – E tu, Moshè, perché preghi?- gli domandai. Prego Dio di darmi la forza di potergli fare delle vere domande.
La notte di Elie Wiesel
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